( Festa – luci – un paese in Abruzzo)
Si lasciano pezzi di cuore sparsi per strada. È davvero strano come ne restino però sempre abbastanza per continuare a vivere.
Nonostante tutto.
( Festa – luci – un paese in Abruzzo)
Si lasciano pezzi di cuore sparsi per strada. È davvero strano come ne restino però sempre abbastanza per continuare a vivere.
Nonostante tutto.
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( Bianco, freddo, solo. – Caffè – Roseto degli Abruzzi)
Post muto fino a nuova certezza.
( Sabato tardi pomeriggio quasi sera – caffè – Roseto degli Abruzzi)
Quanto rumore fa il silenzio in mezzo a tanta gente.
Riesco a sentire il fruscìo del fumo salire dal sigaro che lento consuma la sua noia tra vetro e cielo.
Sei tu che però, non senti me.
Non sto in silenzio abbastanza forte.
( Roseto degli Abruzzi – venerdì sera – mare)
Fa troppo male.
( Paesaggio urbano – Roseto degli Abruzzi – una mattina)
Ma anche no.
( Sulla strada – pioggia – direzione altrove)
Sono i giorni da contare e ricontare sempre in avanti, tra mille dubbi, paure, dolori, cose belle, felicità a momenti, sorrisi e abbracci.
Sono tanti, sono pochi? Non lo so.
È questo il punto maledetto.
Non sapere.
( Appena sfornata – non bella ma così deve essere)
È una torta di ricordi. Di farina quanto basta, latte un bicchiere, zucchero idem, olio un bicchiere, e aromi di vaniglia e anice Mistrà.
Tutto mescolato a mano, come una volta, come solo una nonna poteva mescolare, osservata dagli occhi verdi di un nipote in attesa del suo dolce brutto ma buono.
Il forno è ancora caldo. La casa profuma di ricordi. Manca una fetta da assaggiare. Manca il salto indietro nel tempo, chiudendo gli occhi mentre il palato riscopre un sapore antico.
La ricetta di oggi però ha un ingrediente sbagliato di troppo.
All’amore quanto basta sono caduti due pensieri amari nell’impasto.
Non finire subito, ti prego.
( Roselline ahimè senza profumo )
Ho sempre sognato una pianta di rose, una siepe di rose, fiori di petali vermigli e vellutati, profumi intensi e dolciastri. Dai rossi ai gialli ai bianchi, al verde cupo delle foglie.
Le guardo, ora, in un piccolo vaso, nei boccioli che piano si aprono e subito sfioriscono.
Le guardo ora, in questo pezzo di casa che è un intero cuore, e mi sembra il giardino più bello del mondo.
Sorriso di bimba e farfalle nello stomaco.
( Caffè – sole – da qualche parte che non importa)
E pensi alla fine tutto andrà al posto che deve, tutto funzionerà a dovere, tutto si scioglierà come lo zucchero nel caffè solubile che a berlo così non è proprio buono ma riempie i minuti di confusione, di sguardo perso, di non sapere che direzione prendere per non frantumare la vita prima del tempo.
E pensi che, alla fine, che importa? Il futuro non lo si conosce e non si può aver paura di una cosa che non esiste ancora.
O sì?
( Sorgenti del fiume Pescara – Popoli – Abruzzo)
Tutto ciò che si guarda è sotto mentite spoglie.
La realtà esiste solo nella nostra mente, che, bisogna ammettere, è una gran bugiarda.
Così, impossibile è vivere.
( Binario – ancora vivo – da qualche parte)
Dopo tutto questo esistere,
essere ancora vivi è già un risultato.
Accanto. All’infinito.
Ma questo tempo che sembra abbia tutte le risposte, se le tiene per sè.
( Glicine – foto e colori di Natallia)
Bello, come il sorriso e le lacrime che nascono nel desiderio di casa e calore.
Biancolilla di sogni silenziosi.
( L’Aquila – vista da un terrazzo – a.D. 2019)
Nei colori manca il bianco impallidito delle cicatrici che segnano i ricordi.
Stanno lì, e ci resteranno.
( A24 – Sulla strada – mattino)
Già partita
Già arrivata
Già metà Marzo
Già un anno
Già passata mezzanotte
Già detto e ridetto
Già vissuto
Già, a dirlo troppe volte, non significa più niente e allora resta quella pazienza che nasce dalla forza.
Finché regge il cuore.
(Davanzale – vista dal borgo di Mutignano – Mare Adriatico)
Oltre tutto e nonostante tutto.
Copriti, che c’è vento.
( Specchio – vecchie case – da qualche parte in campagna)
Vorrei essere quel riflesso nello specchio che può guardarmi negli occhi, con occhi diversi da me.
( Camino acceso – sabato pomeriggio – da qualche parte in una vecchia casa di campagna)
Tutto quello che gira intorno si confonde in uno sbuffare di fumo e calore di brace.
Dolore, amore, pensieri, paure, sogni e speranze hanno il calore del fuoco, bruciano come fuoco, scottano, distruggono, animano, uccidono.
Vince solo il tempo, mentre scivola via indenne.
( Edera – radici – anima )
Seguo la strada segnata da un battito dopo l’altro, un respiro dopo l’altro, una ferita dopo l’altra.
Accanto.
( Treno – stanchezza – mattina presto – troppi pensieri nel vagone)
Corro il tempo che mi resta.
So di avere poco fiato.
Non so quanto tempo rimane.
Chiudo gli occhi.
( Via Sangro – Scerne di Pineto – Abruzzo – pomeriggio)
Poi mi sono accorta che ho scattato tutte foto col sole.
Questo il guaio: il buio è rimasto dentro.